Il cuore

Per svolgere al meglio la sua funzione un cuore mediamente impiega dai 60 ai 100 battiti al minuto. Il cuore in una vita media di un individuo si contrae più di due miliardi di volte. La sua contrazione dipende dall’impulso elettrico che lo determina. Il cuore infatti essendo un muscolo striato è autosufficiente dato che non dipende dal cervello, ma la sua contrazione è generata da un suo stimolo elettrico, posto nel sistema nervoso centrale . Questa stimolazione viene chiamata nodo senoatriale e produce l’impulso nervoso che genera la scossa elettrica che produce il battito.
I difetti dell’impulso e gli strumenti per rivelarli
Quando si determina un interruzione dell’impulso elettrico, il cuore non effettua più regolarmente il suo battito. Queste irregolarità vengono chiamate aritmie. Le aritmie sono pericolose perché possono determinare danni al cuore, come ictus, infarto, o malattie cardiache. Gli strumenti utili al fine di rilevare la regolare frequenza cardiaca o le sue irregolarità sono principalmente : l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma, il fonocardiogramma e l’apicocardiogramma. Di seguito andremo ad analizzare il meccanismo dell’apicocardiogramma.
L’apicocardiogramma: il sollevamento del torace.
L’apicocardiogramma è la registrazione grafica dei movimenti della parete toracica, che si verificano per il movimento di contrazione del cuore. Quindi sostanzialmente registra il sollevamento e l’abbassamento del torace in rapporto ai battiti cardiaci. La prima forma di registrazione del movimento toracico, fu effettuata nel diciannovesimo secolo da un fisiologo francese Etienne-Jules Marey il quale per mezzo di un semplice chirografo di Ludwing, registrò le onde di sollevamento e di rientro del torace. Consiste in una fascia toracica che viene applicata nella zona intercostale all’altezza del torace dove si evidenzia maggiormente la pulsazione intercostale provocata dall’immisione nell’aorta del sangue da parte del ventricolo sinistro ed è rilevabile al tatto. Il tracciato apicocardiografico consente di evidenziare l’effettivo funzionamento di alcuni parametri. Da precisare che l’apicocardiogramma è spesso utilizzato in ambito fisiologico, quindi per verificare il regolare funzionamento del cuore e la sua capacità di adattarsi alla vita quotidiana e agli sforzi. Raramente si utilizza da solo per la diagnostica. In questo caso infatti l’apicocardiogramma viene sempre affiancato da altre indagini cliniche come sono l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma e la fonografia.
Il tracciato è simile a quello di un elettrocardiogramma e d è suddiviso in:
- onda A: intesa come la sistole atriale;
- punto E: che rivela il massimo picco sistolico;
- punto 0: inizio del riempimento del ventricolare sinistro;
- punto O: corrispondente all’apertura della valvola bicuspide;
- punto F: che rileva il riempimento ventricolare lento.
Alcuni punti del tracciato sono utilizzati per verificare eventuali toni diastolici; ad esempio il tono di apertura della valvola mitrale corrisponde al punto O, l’apice dell’onda di riempimento ventricolare, corrisponde al terzo tono. Molto importante è il calcolo dell’ampiezza dell’onda tra il punto E e quello O, quindi tra il picco massimo sistolico e l’apertura della valvola bicuspide.
Lo strumento quindi può essere non solo utile al fine di misurare la capacità del cuore di contrarsi misurando i singoli impulsi e pressioni all’interno degli atri e dei ventricoli, ma può essere anche un elemento da affiancare nella diagnosi clinica. Aumenti anche minimi della pressione del ventricolo sinistro, prodotti per un insufficienza della camera, possono determinare uno squilibrio dell’onda E-O che esprime la capacità meccanica del ventricolo sinistro e quindi rivelare un eventuale problema.