Elettroipnosi, cos’è?
L’elettroipnosi è un metodo usato per indurre uno stato di ipnosi mediante l’applicazione di una debole corrente elettrica alla testa. Scariche elettriche di 3,5 – 5 volt vengono trasmesse mediante elettrodi collocati su entrambe le tempie del paziente. Un terzo elettrodo è collocato sul collo e attraverso quest’ultimo può essere stimolata la corteccia cerebrale.
Il paziente, i cui occhi sono coperti, riceve brevi segnali sonori attraverso una cuffia in sincronia con le scosse elettriche. A causa di questi stimoli elettrici il paziente cade addormentato in circa 10 minuti e il medico che lo assiste può cominciare a comunicare con lui.
Questo metodo viene applicato in genere con la speranza di ottenere progressi terapeutici a favore di una paziente sofferente di paure profonde (fobie), come ad esempio una ossessione, la paura degli spazi aperti (agorafobia), la paura della morte, ecc.
Prima di iniziare la seduta di elettroipnosi vera e propria, il medico o il suo assistente psicologo tenteranno di convincere il paziente di essere sotto il controllo di se stesso, dal momento che un individuo normale, in caso di attacco al proprio equilibrio psichico oppone inconsciamente una resistenza verso lo stimolo esterno nocivo. Sfruttando il metodo della elettroipnosi, non sarà tanto importante interessarsi della causa originale della fobia o dell’ossessione che, logicamente, si è instaurata molto precocemente durante la prima giovinezza, ma sarà invece importante occuparsi della modificazione dello schema comportamentale del paziente, cioè in altre parole si dovrà cercare di convincere il paziente a non avere più paura e a liberarsi della proprio fobia. Con l’aiuto dell’elettroipnosi il paziente diviene molto più ricettivo al trattamento ipnotico. Lo strumento che permette la formazione di questo stato prende il nome di hypnotron.
Ipnosi
L’ipnosi è una condizione di coscienza alterata nella quale l’attenzione e la concentrazione sono in aumento, ma solo per un’area molto limitata della percezione, vale a dire, in rapporto con l’ipnotizzatore, con una ridotta ricettività per cose che sono al di fuori della diretta attenzione.
L’ipnosi può essere utile al medico come metodo di trattamento per diverse condizioni come ansia, balbuzie, ipertensione, dolore ecc.
Il processo ipnotico si svolge come segue: il soggetto (o paziente) viene invitato a distendersi o sedersi, l’ipnotizzatore lo istruisce e lo indirizza (induzione) a rilassarsi o a tendere alcuni muscoli. Gli viene quindi chiesto di vedere chiaramente alcune situazioni. Dopo ciò viene chiesto al paziente di eseguire azioni particolari (suggestione) durante o dopo la conclusione del trattamento (suggestioni post-ipnotiche), quando segnali o oggetti specifici sono visti, uditi o sentiti. Ad esempio, un balbuziente può ricevere l’ordine, come parte del trattamento ipnotico, di rilassare alcuni muscoli, i quali essendo in tensione, normalmente gli impediscono di parlare.
L’ipnosi è basata su un rapporto particolarmente forte chiaramente emotivo ed irrazionale, tra ipnotizzatore e soggetto. Questo rapporto può anche manifestarsi momentaneamente come anticipazione specifica. Per ottenere ciò, il paziente deve essere comunque collaborante ed adatto. Il soggetto deve essere ricettivo (suggestionabile) ai suggerimenti datigli sotto ipnosi. L’ipnotizzatore può esercitare una forte influenza sul comportamento e sulle funzioni mentali del soggetto adatto, una volta che questi è sotto l’effetto ipnotico. Ad esempio può far riaffiorare esperienze che sono state cacciate nel subconscio e renderle accessibili alla memoria. In molti casi, queste esperienze e questi pensieri rifiutati sono spiacevoli, ed è questo il motivo per cui nel passato sono stati rifiutati o relegati nel subconscio. Il poter far risorgere queste situazioni di conflitto non risolto, dà l’opportunità al paziente di affrontarle efficacemente, ed ora dovrebbe essere capace di farlo, per la sua accresciuta maturità.
Il risolvere tali conflitti molto spesso dà al malato un grande senso di sollievo. Egli conosce ora la causa della sua inibizione ed è convinto che non deve più sentirsi impedito a tale riguardo. L’applicazione dell’ipnosi per questo tipo di scopo, richiede naturalmente la convinzione ed il sospetto che questa situazione di conflitto sia implicata nel disturbo e che richieda il trattamento ipnotico.
L’ipnosi può anche essere usata per porre fine a certe abitudini, sempre che il soggetto sia d’accordo con la necessità di porre fine ad una certa abitudine. Ad esempio l’ipnosi può essere utilizzata per creare repulsione alle sigarette. Ne risulta che, dopo l’ipnosi, il fumare diventa un’esperienza spiacevole.
Nel metodo ipnotico si possono considerare tre manifestazioni reciprocamente separate.
- Il comportamento osservabile dell’ipnotizzare, con diverse caratteristiche, come ad esempio l’uso di agenti chimici o tecnici per accelerare l’induzione dello stato ipnotico del soggetto. Un trucco tecnico molto valido e conosciuto, è di far guardare al soggetto una spirale rotante, per breve tempo, con luce sufficiente: l’oggetto in movimento trattiene l’attenzione del paziente, così che egli dimentica il resto dell’ambiente.
L’aiuto chimico include composti che riducono leggermente lo stato di coscienza.
Sono anche importanti alcune caratteristiche riguardanti la personalità dell’ipnotizzatore, come ad esempio età, profondità delle voce, esperienza, approccio autoritario ecc. Tali caratteristiche possono essere d’impedimento o facilitare. - Il comportamento osservabile del soggetto. L’ipnotizzatore deve capire quali istruzioni il soggetto può eseguire durante l’induzione. Sembra aver sonno o è all’erta? Può mantenere il braccio rigidamente alzato per 10 minuti? Quali istruzioni riguardanti il pensare, percepire, sentire, potrà seguire dopo l’induzione? Anche la personalità del soggetto è di grande importanza in questo caso.
- La condizione specifica nella quale il soggetto si trova durante l’ipnosi, il cosiddetto trance o sonno ipnotico. Per questa condizione l’ipnotizzatore deve basarsi solo sulle osservazioni del soggetto stesso: come si sente sono l’effetto ipnotico? Sente sonno, oppure ha la sensazione di essere in un posto diverso?
Anche alcune funzioni umane anatomiche (pressione sangue, battiti cardiaci) possono essere influenzate dall’ipnosi, ed in molti casi possono essere usate come misura obiettiva dello stato ipnotico del soggetto.
Come cura l’ipnosi viene oggi sempre più usata, particolarmente in 3 gruppi di disordine mentale.
Il primo gruppo include le paure (fobie), problemi nell’apprendere (concentrazione), disordine della memoria (paura degli esami), disordine della parola (balbuzie, tartagliamento, paura di parlare), ed azioni incontrollabili.
Il secondo gruppo include: emicranie, disturbi intestinali, reazioni asmatiche e ipertensione.
Il terzo gruppo: dolore, particolarmente durante e dopo operazioni.
Sembra certo che alcune persone, in condizione di stress, manifestino malattie imputabili al malfunzionamento del sistema nervoso automatico, con una serie di reazioni che improvvisamente o gradatamente appaiono o scompaiono (reazioni allergiche, disturbi intestinali). Seguendo le istruzioni sotto ipnosi, si arriva al raggiungimento di una condizione di pace e tranquillità, allenando il paziente ad applicare tali condizioni a se stesso, egli può imparare a ristabilire l’equilibrio dei suoi organi instabili e mal funzionanti. Infatti, ad esempio, è possibile insegnare a persone con ipertensione come rilassarsi, quando la loro pressione sanguigna è troppo alta.