Perché eseguire l’elettroretinografia?
L’ERG viene generalmente prescritto quando si sospetta la presenza di varie patologie che possono essere ereditarie, dovute a traumi o risultanti da terapie farmacologiche. In molti casi queste malattie sono difficili se non impossibili da diagnosticare con altri tipi di indagine. Talvolta l’elettroretinografia si può impiegare anche per monitorare l’andamento di miopie molto gravi.
Tra le diverse malattie per la cui diagnosi viene prescritto un esame elettrofisiologico come l’ERG ci sono il retinoblastoma, un tumore della retina, oppure la degenerazione maculare, necrosi della macula oculare che può causare cecità. Anche la retinite pigmentosa, anomalia della visione periferica, è diagnosticabile grazie all’ERG. Allo stesso modo questo test permette di scoprire se c’è distacco della retina oppure se un paziente è affetto da distrofia delle cellule dell’occhio. Quest’ultima è una degenerazione di coni e bastoncelli che può portare anch’essa alla cecità.
Talvolta si esegue questa indagine anche in presenza di cataratta.
Nei più giovani, infine, l’ERG si può prescrivere assieme ad altri esami per tenere sotto controllo lo sviluppo dell’apparato visivo, per questo motivo è utile in caso di bambini nati prematuri.
Come si svolge l’ERG?
L’elettroretinografia è un test quasi completamente non invasivo della durata di 40 minuti circa. Prima di iniziare la procedura vera e propria il paziente viene fatto accomodare in posizione stesa o semi sdraiata e tenuto al buio per circa venti minuti. Questo permette all’occhio di adattarsi completamente all’assenza di luce.
Grazie all‘impiego di un apposito collirio la pupilla viene poi dilatata, mentre un secondo collirio leggermente anestetico rende la procedura totalmente indolore.
La fase preparatoria si conclude con l’impiego di uno strumento che tenga l’occhio costantemente aperto.
A questo punto sulla cornea viene posto un primo elettrodo simile ad una lente a contatto, mentre un secondo elettrodo viene applicato sull’orbita, direttamente a contatto con la pelle, e funziona come una sorta di messa a terra che scarica i segnali elettrici emanati dalla retina.
Al paziente viene mostrato un flash lampeggiante che varia di colore, durata e intensità, su cui egli tiene fisso lo sguardo sia alla luce che al buio. Nel primo caso la strumentazione registra la reazione dei coni allo stimolo luminoso, nel secondo quella dei bastoncelli.
I dati così raccolti vengono poi trasformati in un grafico ad onde denominato elettroretinogramma. Se le onde assumono un andamento anomalo sarà compito dello specialista stabilirne la causa diagnosticando eventualmente una delle patologie sopra elencate.
Per un’indagine più approfondita alcune volte si rendono utili ulteriori test.
FERG e PERG
Due tipi particolari di elettroretinogramma sono quello focale, noto anche come FERG, e quello da pattern, abbreviato in PERG. Il metodo di svolgimento di questi esami non differisce molto rispetto al precedente, ma la durata è leggermente maggiore, arrivando a circa un’ora. Anche in questo caso si impiegano elettrodi da apporre sulla cute e sulla cornea, ma al paziente vengono mostrati invece che flash luminosi, degli stimoli visivi come pattern geometrici, quadrati o bande in bianco e nero.
Il PERG è un esame generalmente utilizzato per lo studio di patologie a carico delle cellule e delle fibre della retina interna. Il FERG, invece, è un test specifico per la diagnosi delle malattie della macula, la parte della retina che serve alla visione centrale.
Effetti collaterali e rischi
L’ERG è un esame assolutamente sicuro e indolore. Durante il test si può registrare un leggero fastidio del tutto sopportabile, come la presenza di un granello di polvere o di una ciglia nell’occhio. L’effetto del collirio anestetico può prolungarsi per qualche ora rendendo gli occhi insensibili, per questo motivo un’utile precauzione è trattenersi dallo stropicciarli finché dura l’effetto, per non correre il rischio di creare inavvertitamente un danno.
Durante le ventiquattro ore precedenti e successive l’esame, inoltre, non si dovrebbero indossare lenti a contatto.
È estremamente raro, ma a seguito di una elettroretinografia potrebbe riscontrarsi una lieve abrasione della cornea. In caso di fastidio prolungato, comunque, rivolgersi sempre al proprio medico.
I pazienti sottoposti a ERG possono rimanere abbagliati per qualche tempo, è una reazione normale che non deve destare preoccupazione.