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Cos’è la tachicardia?

La frequenza cardiaca accelerata in posizione ferma si attesta su un valore superiore a 100 battiti al minuto, quando di solito sono intorno a 70.
La velocità che il cuore assume battendo dipende direttamente dall’attività elettrica, che a sua volta è influenzata sia da fattori emotivi che patologici.
È bene sapere che la tachicardia nella maggior parte dei casi non ha cause patologiche, come una disfunzione cardiaca.
Può quindi passare spontaneamente, senza necessità d’intervenire con una terapia farmacologica.
Tuttavia la tachicardia provoca nel cuore un lavoro a cui non dovrebbe essere sottoposto, affaticandolo nel tempo ed esponendo la persona al potenziale pericolo di arresti cardiaci e ictus.
La tachicardia è anche espressione di alcuni stili di vita come quelli degli sportivi, sia agonistici che professionisti. In queste persone la tachicardia potrebbe comparire dopo uno sforzo o durante l’allenamento, ma non risulta pericolosa.
Nei casi in cui la tachicardia dovesse comparire spesso, soprattutto a riposo, è necessario fare indagini mediche più approfondite, per capirne l’eventuale causa emotiva o fisiologica.
Di solito è lo stress accumulato o il consumo di cibi e bevande eccitanti come il caffè, che provocano un’anomala accelerazione del battito cardiaco.
Il dovere di avere maggiori informazioni riguardo a questo disturbo diventa necessario, per escludere che possa essere l’indizio di altre patologie.
Chi soffre di tachicardia descrive questo disturbo come se il cuore saltasse in gola, avvertendo la forza stessa del battito e anche la fretta con cui il muscolo pompa il sangue.
Lo stesso battito si può sentire in corrispondenza del collo, a livello del petto e provocare non pochi disagi, primo fra tutti quello di aumentare lo stato d’ansia.
Le cause della tachicardia
Le cause della tachicardia possono essere collegate sia allo stato psicologico di un individuo che a disturbi cardiaci o ad altre patologie pregresse.
Le palpitazioni devono essere sempre indagate con una visita medica, in quanto quando si tratta del cuore bisogna essere scrupolosi anche se si è giovani.
Tra le cause psicologiche ci sono l’ansia e lo stress che si alimentano vicendevolmente formando un circolo vizioso, in cui la costante tensione è protagonista.
Tale atteggiamento caratteriale è deleterio nel lungo periodo, in quanto può portare a patologie cardiache, anche in assenza di fattori di rischio.
Durante gli attacchi di panico il battito cardiaco accelera per la sensazione di paura catastrofica che domina la mente del paziente.
In genere è abbastanza normale che in occasione di forti emozioni possa comparire una temporanea tachicardia.
Tra le cause di tipi fisiologico e diverse da quelle prettamente di tipo cardiaco, ci sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, che hanno come sintomi proprio l’accelerazione del battito. Gli stessi farmaci per le patologie della tiroide possono avere come effetto collaterale il battito accelerato. Di solito scompare seguendo le prescrizioni della terapia associata a questa patologia.
La palpitazioni sono espressione anche di altre malattie come l’anemia mediterranea associata alla carenza di emoglobina, l’ipoglicemia a causa della quale i muscoli cercano di attingere energia dalle riserve di zuccheri, aumentando il lavoro cardiaco di pompaggio del sangue e anche in caso di febbre.
La tachicardia può comparire anche dopo aver mangiato abbondantemente, in quanto il processo digestivo impegna grandi quantità di sangue e costringe il cuore a un lavoro più intenso. Anche chi soffre di ipotensione avrà sperimentato episodi di tachicardia.
Quando si hanno altre patologie pregresse si possono anche manifestare le extrasistole, cioè contrazioni cardiache premature.
Nelle donne la tachicardia è spesso legata a squilibri ormonali, che sono correlati alle varie “stagioni” come la pubertà, l’età fertile, il climaterio e la menopausa. Anche nel periodo della gravidanza si può manifestare tachicardia indotta dall’anemia, che può insorgere in questo delicato momento per la donna.
A queste cause si aggiungono le cattive abitudini alimentari, come l’abuso di bevande eccitanti quali il caffè e alcune bibite che contengono sostante nervine.
Chi fuma, fa uso di droghe come anfetamine e cocaina, sperimenterà episodi di tachicardia.
Le cause che invece si riferiscono a patologie cardiache che riguardano le aritmie, sono dovute a disfunzioni di tipo elettrico.
Il battito accelerato si associa ai cardiopatici con stenosi (restringimento) delle valvole aortica o mitralica e insufficienza cardiaca.
Il muscolo cardiaco fa fatica a pompare anche quando ci sono squilibri di minerali, come la carenza di potassio, magnesio e sodio.
La comparsa delle palpitazioni può essere associata all’assunzione di spray broncodilatatori ed è sempre bene farsi seguire da un cardiologo, che conosce la situazione clinica nel suo complesso.
I sintomi della tachicardia
La tachicardia si manifesta con la chiara percezione dei battiti del cuore e questo comporta uno stato di preoccupazione e paura che tendenzialmente aumenta il ritmo cardiaco stesso.
Si teme di non poter controllare questo aspetto e di rischiare di sentirsi male.
Nella maggior parte dei casi anche se si percepisce il battito accelerato, il cuore svolge comunque la sua funzione. Una reale preoccupazione dovrebbe portare a un controllo medico quando invece il problema si ripete e sempre più di frequente, anche stando fermi.
Il cuore potrebbe risentirne nel caso in cui, in concomitanza con la tachicardia, si manifestino anche capogiri, vertigini, confusione, affanno, dolori alle braccia, al petto o alla mascella. In questi casi è consigliabile recarsi subito al Pronto Soccorso e farsi visitare.
Come avviene la diagnosi
Il medico solitamente per prima cosa ascolta il cuore con lo stetoscopio, che amplifica e rende più chiara la presenza di un “rumore cardiaco”. Se riscontra delle anomalie può decidere di eseguire degli esami, per escludere patologie importanti come quelle già descritte.
Diversi medici sono coinvolti in questo processo di accertamenti, a cominciare dal proprio medico curante. È lui che saprà indirizzarvi verso un cardiologo, il quale deciderà l’eventuale trattamento o terapia da eseguire.
Un aspetto importante è quello della ricostruzione della storia di questo disturbo e anche del profilo clinico di ogni paziente.
Le informazioni più importanti riguardano non solo lo stato di salute complessivo, ma anche eventuali patologie, la familiarità con questo disturbo e un eventuale componente ereditaria, specie per quanto riguarda le malattie cardiache.
Tra gli esami diagnostici che vengono eseguiti più di frequente c’è l’elettrocardiogramma (ECG), e l’applicazione dell’Holter.
Con l’ECG si registra l’attività elettrica del cuore, quindi il ritmo cardiaco e la funzionalità generica. Se questi risultano nella norma, allora si possono escludere le cause patologiche a livello del cuore.
L’esecuzione dell’ECG tuttavia potrebbe non essere sufficiente, perché verifica la funzionalità cardiaca soltanto in un lasso di tempo ristretto. i sintomi ricercati potrebbero non essere presenti durante l’esame stesso.
Se ci sono dubbi si può applicare l’Holter, detto anche elettrocardiogramma dinamico, in quanto registra la funzionalità cardiaca di solito per 24 ore consecutive.
In questo periodo il paziente sarà invitato a vivere normalmente la vita di tutti i giorni e ad annotare i momenti in cui avverte tachicardia o altri sintomi, precisando anche l’ora.
Quando l’Holter verrà tolto, saranno confrontati i dati per capire se effettivamente i disturbi lamentati hanno una corrispondenza a livello cardiaco.
A volte può essere necessario realizzare l’ECG sotto sforzo, in quanto alcune patologiche cardiache si registrano con chiarezza quando viene stimolata la frequenza cardiaca dall’esercizio.
La cura per la tachicardia
Come già detto nella maggior parte dei casi la tachicardia non ha alcuna causa patologica a livello cardiaco, ma il disturbo richiede maggiore attenzione quando diventa frequente e può invalidare la vita del paziente.
Se la causa dipende dal cuore, allora il cardiologo affronterà il tipo di patologia correlata a cominciare da una terapia farmacologica.
A questa bisognerà associare necessariamente un nuovo approccio alla vita, che riguarda la gestione degli stati di ansia e stress che sono dannosi.
Il paziente dovrà quindi imparare a vivere le emozioni anche facendosi aiutare dagli psicologi e intraprendendo una terapia cognitivo-comportamentale. Può essere utile anche imparare le tecniche di rilassamento, dedicarsi alla meditazione, praticare qualche sport pur leggero, che possa allentare la tensione e distrarre il paziente.
A questo bisogna aggiungere la decisione di abbandonare eventuali abitudini non consone a questo disturbo, a cominciare dal consumo di caffè e altre bevande eccitanti. Dovrà tassativamente essere eliminata l’assunzione di droghe e, le eventuali terapie farmacologiche che interferiscono provocando tachicardia, andranno riviste e rimodulate.
Se la causa della tachicardia dipende da un’aritmia potrebbe essere necessario anche un intervento chirurgico. Quest’ultimo andrebbe eseguito per non esporre il paziente al pericolo di infarti e ictus, dovuti a un sovraccarico del muscolo cardiaco.
Il lavoro del cuore aumenta sensibilmente per chi soffre di tachicardia e associa anche scompenso e ritmo non regolare.
I diversi tipi di tachicardia
Esistono diversi tipi di tachicardia che vengono definiti in base alla durata del disturbo, alla causa e alle caratteristiche con cui si presenta.
La tachicardia in gravidanza è limitata al periodo della gestazione e si presenta soprattutto nell’ultimo trimestre.
Quella temporanea di solito compare in modo episodico e raramente, per cui non desta grandi preoccupazioni.
Al contrario quella continua potrebbe portare a disturbi cronici, che appunto possono mettere a rischio la salute del muscolo cardiaco.
Alcuni tipi di tachicardia, come quella sinusale, hanno precise caratteristiche cliniche, basate sul numero dei battiti. In questo caso il cuore accelera la frequenza superando i 100 battiti al minuto e può comparire a qualsiasi età.
C’è anche la tachicardia chiamata sindrome di Bouveret-Hoffmann, caratterizzata dal fatto che la frequenza cardiaca ha una brusca e improvvisa impennata, arrivando a superare i 200 battiti al minuto.
In questo caso possono comparire alcuni sintomi tipici come capogiri, vertigini, confusione, vista offuscata. Questo tipo di tachicardia può protrarsi anche per ore. In tali casi il consiglio è quello di rivolgersi tempestivamente al Pronto Soccorso.
La tachicardia patologica è detta “ventricolare” e dipende da un malfunzionamento del miocardio. Si tratta di un’accelerazione del battito che avviene in pochi secondi per poi cessare. Nei casi più seri può essere anche più lunga nel tempo.
Quando invece i battiti del cuore accelerano e diminuiscono in modo molto veloce e solo per alcuni giorni durante il mese, si parla di tachicardia ricorrente.